The Manges Tribute Album – Mom’s Basement Records presents Bonus Songs Bands



Le battute conclusive di questo speciale ci portano ad intervistare l’ultimo lotto di band, ossia quelle che per il limite fisico rappresentato dal vinile sono presenti nel tributo solo come bonus tracks per il download digitale. Questo ovviamente non significa che sono meno importanti delle altre band ed è giusto dare un po’ di spazio anche a loro. Andiamo subito al sodo.
Gli Honey, da Rimini sono presenti con una cover acustica, eseguita dal cantante Luca, di Blame Game che ci dice “Da quando abbiamo incontrato i Manges qualcosa è cambiato per noi. Non eravamo molto “dentro la scena” ma improvvisamente ci siamo sentiti parte di una grande “nuova famiglia” sin dal primo giorno e ci sentiamo molto fortunati per aver avuto questa enorme opportunità“.

Facciamo un bel salto negli Stati Uniti, e sentiamo cosa ha da dire Jay dei Prozacs direttamente da Westfield, Massachusetts “Ho scoperto i Manges nel 2000 e fu subito amore dopo aver ascoltato il 7″ di Mandy, canzone che ho scelto di coverizzare di cui mi sento molto onorato. I Manges sono stati molto influenti nel mio songwriting con i Prozacs, mi sembravano onesti, divertenti e catchy, nello spirito di Ramones e The Queers… ero gasato dalle loro collaborazioni con Joe Queer e Kitty Kowalski entrambi miei amici e musicisti che rispetto. Nel 2018, hanno cementato tutte queste cose… insieme ad un grande cuore e un’integrità unica nel mondo pop punk/ramonescore”.

Restiamo ancora negli Stati Uniti, ma in direzione Nashwille per chiacchierare con i Parasite Diet, che hanno deciso di coverizzare Dunkin Donna definita come “l’esempio di come una girl-song dovrebbe essere”, i ragazzi ci dicono anche che “I Manges ci hanno introdotto al mondo del Pop Punk Europeo. La quantità di nuova musica che abbiamo ascoltato grazie a loro ci mette in condizione di essere in debito con loro per sempre“.

Gli Hateful Julie dal Colorado invece ci dicono che “abbiamo scoperto i Manges tramite band come Queers, Screeching Weasel e i Ramones, ovviamente. Abbiamo sempre ammirato band come loro che rifiutano ogni tipo di compromesso. Abbiamo scelto Now or Never perchè è nel loro primo album ed è proprio una piccola gemma nascosta. C’è sempre molto sentimento nel primo album di una band e ciò mi affascina molto!“.

Ci dirigiamo verso la California, e sentiamo cosa hanno da dirci i RindsI Manges sono stati tra le prime band pop punk che ho ascoltato. Li ho visti per la prima volta nel 2007 a San Francisco con i Methadones e i Queers. Grande show. E’ fantastico che ancora pubblicano dischi dopo tutti questi anni. Abbiamo scelto In The Van per le strofe da sing-a-long e per il ritornello super-incisivo, mi vengono in mente quel tipo di canzoni come “Judy is a Punk” che sono sempre un poco sottovalutate“.

Infine per l’ ultima band, torniamo in Europa, più precisamente andiamo a Hønefoss in Norvegia per cedere la parola a Rocky degli Skullingtons che ci dice “Quando i Ramones si sciolsero i Manges erano lì per prendere in mano la torcia e mantenere il fuoco vivo ed essere seguiti dagli altri, da allora non hanno smesso di farlo. Credo che senza gli amigos di Las Pezia la scena europea neanche sarebbe esistita. Insieme con Johnny abbiamo scelto My Rifle perchè è la nostra canzone preferita, l’abbiamo provata con il resto della band e ci è venuta bene, aggiungendo anche una parte in Norvegese“.

Con questo post finale, abbiamo concluso le presentazioni delle band, abbiamo ancora qualche piccola sorpresa… stay tuned for more Rock n Roll!

Honey
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The Prozacs
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Parasite Diet
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Hateful Julie
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The Rinds
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Skullingtons
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Battle Of The Bands

Bom Prò – Autobus N° 7

Che li si conosca o meno, i Bom Prò da Livorno sono quasi 20 anni che suonano e nonostante il tempo passato hanno mantenuto inalterato lo spirito che li ha sempre contraddistinti, ossia quel sound anni ’90 marchiato tricolore che tanto ci ha faceva battere il cuore, ormai anni fa.

In Autobus 7, tra momenti di alta goliardia/genuina “idiozia” (nel senso buono del termine sia chiaro, vedi Trombadaria, BirreQuaglia Innamorata) e sprazzi di maturità (Autobus n°7) i vecchi punk-rockers livornesi, a mio avviso, azzeccano l’album condito con ottimi cori  scuola Flower-Punk e con due cover, I Can’t be, già comparsa nella Compilation Tributo dei Ramones, e Forza Sugar dei Rockin’ Horse. Fare un album in italiano è ormai utopico ma i ragazzi hanno dimostrando che con il giusto spirito tutto è possibile.

Durango 95 – Fuckin’ 40

 

 

Ho ricordi vaghissimi dei Durango 95, ricordo un lontano passato come cover/tribute band dei Ramones ( il nome è comunque abbastanza eloquente) e poi niente più.
A distanza di tanti anni, ho nuovamente notizie da parte loro, da quello che ho capito Ivano si è circondato di ex-membri dei Cani Pazzi e ha sparato fuori questo disco.
E’ punk rock in italiano, ben suonato, ben prodotto e con dei bei cori ma che a volte cade davvero troppo nel banale (caratteristica comunque frequente del punk-rock in italiano ,eh).
Gli spunti interessanti ci sono vedi, Fottuti 40, Un incubo, Happy (con la presenza di Ally Bubblegum), a voler dimostrare che non è necessario parlare di canne e sbirri per fare del buon punk-rock in italiano.
Scelta coraggiosa coverizzare in italiano (Lo sceriffo, Death or Glory, E’ tutto ok) ben 3 pezzi di 3 mostri sacri che a dire il vero non mi convincono affatto. Sinceramente mi aspettavo molto di più da chi gli anni ’90 li ha vissuti in pieno, ma il mio parere vale davvero zero e sono certo che a molti altri quest’album sarà piaciuto e piacerà.

Cavaverman – 8​-​bit From Hell

Ho già avuto modo di parlare dei Cavaverman (ex-Viboras) lo scorso anno con la recensione di James Dead Again, ci lasciarono con un bel disco dal sapore Misfits/periodo Graves. E questo nuovo ep, continua sull’onda precedente a voler dimostrare che la passione per zombie, videogames 8-bit (leitmotiv dell’ EP) è eterno anche se i 20 anni li hai già passati da un pezzo. Suonato bene (ma son certo che son in grado di fare ancora meglio) spicca senza dubbio la voce del cantante, incredibilmente potente e da sfruttare in pieno nelle prossime uscite (a quanto pare stanno lavorando a un nuovo album). Noi li aspetteremo con molta curiosità. Merita l’ascolto.

 

Honey – Honey

 

Adesso è il turno di parlare di un nome nuovo. Oddio, non proprio nuovo visto che mi hanno scritto tipo mille mesi fa, mille volte e solo ora mi sono messo a recensire l’album. Bene, gli Honey sono dei giovanotti della Romagna – nuove leve per intenderci – ma che sanno il fatto loro. Si parla di punk rock/hardcore melodico anni ’90, colpisce la buona tecnica di base e un’ottima conoscenza dei “principi fondamentali” del periodo,
Pur risultando in alcuni casi un po’ acerbi e violando ben due delle mie regole musicali (mai superare i 2:30 minuti e mai chitarre in levare), mi sento di promuovere i ragazzi aspettando con curiosità nuovo materiale. Ah, la Morning Wood Records, label olandese, ha pubblicato il disco. Che ci abbiano visto lungo?

 

Dee Cracks/Zatopeks – Behind the spotlight

 

 

C’era una volta Dee Dee Ramone, bassista della band più figa di tutti tempi che prese una clamorosa sbandata per il rap, abbandonò tutto, cambiò nome d’arte e incise Standing In The Spotlight. Riscontri negativi del periodo a parte, sin dal mio primo ascolto ho sempre considerato l’album una piccola gemma: lo stile di Dee Dee è il migliore anche quando vuol far cagare.
A distanza di 25 anni, Dee Cracks e Zatopeks, in collaborazione con Striped Music e il Ramones Museum di Berlino, si sono uniti per omaggiare la loro amicizia e il compianto Dee Dee interpretando due pezzi a testa e dandoci un’idea di come avrebbero potuto suonare i pezzi in chiave-Ramones: i DeeCracks pescano Brooklyn Babe e Poor little rich girl, Zatopeks rispondono con Mash Potato Time e Baby Doll.
I pezzi (praticamente i miei preferiti) e gli interpreti – bene o male – li conosciamo tutti e sappiamo già cosa aspettarci: questo disco oltre ad essere un bel pezzo da collezione è il giusto e passionale omaggio verso un vero e proprio “Re“. Da avere assolutamente.

 

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