The Ponches – 2012 – The Long Goodbye

In occasione del centesimo concerto dei Tough del 21 Settembre, obbligatoriamente ci si è organizzati con una bella macchinata direzione Piacenza vista l’occasione proprio ghiotta: si festeggiano i Tough, ma suonano anche i Ponches.

Ho ascoltato qualche pezzo su youtube e letto diverse recensioni fidate con verdetto pressocchè unanime sia per lo split con Johnny Terrien and the Bad Lieutenants (ne parlerò più avanti) che per “The Long Goodbye“: ci sono quindi tutti i presupposti per fare spesa al banchetto dei Ponches.

Mettici pure che si parla un gran bene di questi ragazzi e la curiosità raggiunge livelli stellari, mea culpa non averli mai visti dal vivo prima perchè oltre a suonare veramente bene, hanno dei pezzi strepitosi e questo bel CD ne è proprio la prova!

La grafica del cd – realizzata da Tony Kelvin, bassista della band – è semplice ma ben curata nei dettagli e oltre a una simpatica personalizzazione del logo della Monster Zero versione astronauta, c’è tutto quello che ci deve essere in un libretto: testi (Dee Dee benedica ogni band che li mette!), crediti, ringraziamenti, e anche una foto del gruppo.

I 4 torinesi, sotto l’ala prottetrice di Andrea Manges (ospite in due canzoni), sparano 12 pezzi in 20 minuti  davvero eccellenti: il sound della band è palesemente influenzato dai Manges, una delle mie band preferite in assoluto ma, attenzione, qui non stiamo parlando di un banale scimmiottamento; assimilata la lezione spezzina i ragazzi esprimono la propria creatività sviluppando un proprio sound con risultati davvero notevoli. Permettetemi il termine, ecco a voi il primo caso perfettamente riuscito di mangescore!

I brani, tutti decisamente veloci, si susseguono con ritornelli super-catchy e “poppettosi” e dopo 2-3 ascolti non mi è affatto venuto difficile canticchiare qualche canzone come “Easy Come Easy Go”, “Star Wars Inside Me” (la sola citazione di Star Wars mi fa perdere obiettività), “It’s all up to you” e “Korean Ship On The Horizon” che a mio avviso sono tra i pezzi migliori.

Curiosa e ben riuscita anche la cover You Ain’t Seen Nothing Yet  : dimezzata la durata e forgiata su una struttura essenziale (quel balbettìo è troppo fico!) il pezzo ha assunto la caratteristiche di un vero e proprio brano punk-rock; per come la vedo io, se è necessario mettere una cover in un album, molto meglio una interpretazione come hanno fatto loro, anziché il solito brano dei Ramones che tanto sarà sempre imparagonabile con l’originale.

E chi se ne frega se la pronuncia a volte non è impeccabile, questo è un disco che bisogna a tutti i costi avere, c’è poco da aggiungere.

Accattativillo che difficilmente resterete delusi!

TRACKLIST

01 – The 13th Round
02 – Easy Come Easy Go (feat. Andrea Manges)
03 – Casablanca Cafè
04 – It’s All Up To You
05 – Ferriera Beach
06 – Korean Ships On The Horizon (feat. Andrea Manges)
07 – Star Wars Inside Me
08 – You Ain’t Seen Nothing Yet (Bachman–Turner Overdrive)
09 – The Girl On The Telephone
10 – Not Fine
11 – Sleeping
12 – The Long Goodbye

LINE-UP

Zack: voce, chitarra
Bolzo: chitarra
Tony: basso
Larry: voce, batteria

 

Hard-Ons + Tough + Teenage Gluesniffers – 19.10.2012 – Live @ Arci Lo-Fi (MI)

Con qualche giorno di ritardo, mi appresto a scrivere un breve report sul recente passaggio a Milano degli australiani Hard-Ons. Definire cosa fanno è sempre stato un problema: punk-rock? pop-punk? hardcore?metal? ma chi se ne fotte!  Spaccano i culi ed ero proprio curioso di vederli.

La capatina alla fine era d’obbligo soprattutto perché il posto è veramente a due passi da casa mia. La location è l’ Arci  Lo-Fi, che negli ultimi anni si sta rivelando uno dei posti più interessanti per le ottime serate che sta organizzando.

Mi avvio quindi al concerto, inizio previsto per le 22:30 circa, come al mio solito arrivo un po’ in ritardo e preso da una chiacchierata fuori con qualche amico su quella che potrà essere la scaletta degli Hard-Ons, mi perdo l’inizio dei Teenage Gluesniffers.

Recentemente è uscito il loro nuovo album, Chinese Demography, che potete ascoltare qui.

Dentro il locale c’è già parecchia gente ma la maggior parte è interessata ai vari banchetti di dischi o a sorseggiare qualche birra, io mi posiziono davanti e seguo con interesse i pezzi. I ragazzi si divertono e anche io ascolto con piacere il concerto. Passata una mezz’oretta scarsa, tra una dedica e l’altra e l’esecuzione dei pezzi del nuovo album, scendono dal palco ed è il turno dei Tough, che non hanno bisogno certo di presentazioni, essendo una delle realtà più interessanti del Belpaese.

Li ho visti diverse volte e in diverse circostanze, ma secondo me, questa volta hanno proprio spaccato! Anche loro hanno suonato circa una mezz’oretta e, come i Ramones ordinano eseguono uno dopo l’altro i pezzi secondo me più belli della loro discografia come Daddy Beats Me, Ramones On My Stereo, Radio Pop, Blood And Candies, Beer Motherfucker,Wasted ecc ecc, c’è spazio anche per i pezzi dello split con gli Invalids, Claire degli Stinking Polecats, e il giusto tributo ai Ramones (l’esecuzione di Crummy Stuff è ormai un “classico” della band). Il pubblico sempre più numeroso gradisce l’esibizione: si canta, e gli indici alzati sono davvero tantissimi.

Sarà stata la scaletta tirata o il feeling che cresce sempre di più tra i ragazzi, ma questa è stata la volta che mi sono piaciuti di più in assoluto. Promossi a pienissimi voti!

Presto, entreranno in studio per la registrazione del nuovo album, a questo punto non ci resta che aspettare.

Scaldato, il pubblico adesso numerosissimo, è il momento degli Hard-Ons. Il pubblico attende, soprattutto nelle prime file, l’inizio del concerto.

Ci sono tantissime facce nuove e qualche “anzianotto” tornato giovane per l’occasione: tutto ciò conferma che molta gente si muove oramai solo quando ci sono i “nomi grossi”.

Salgono sul palco e iniziano a bomba, eseguono pezzi velocissimi al limite del trash-metal:  assoli kilometrici, growl a go-go, basso super pompato e batteria che pesta di brutto. Mi sembra di vivere un’incubo e la conferma avviene quando vedo nelle prime file qualcuno che, anziché alzare l’indice al cielo, esegue il gesto delle corna. Brrr, brividi di freddo! Sono nel posto sbagliato!

Dietro di me qualcuno dice: “C’è poco da fare, il lato pop l’hanno abbandonato, oramai fanno questo!“.

Come non dargli ragione! Verso, metà concerto alleggeriscono i toni e spunta qualche pezzo più pop, come Sit Beside You: inizia quindi a stamparsi sul mio viso un sorriso ebete di purissimo gradimento.

Gli Hard-Ons, tentano di interagire con il pubblico, ma ben pochi capiscono le battute (Blackie che dà del cinese a Ray) e tra una metallata e l’altra spuntano i classici della band come Suck And Swallow o Think About You Every Day. Siparietto divertente a metà concerto: il pubblico chiede insistentemente Girl in the sweater, loro rispondono “Si, eccola, la facciamo adesso”, in realtà eseguono una metallata terrificante.

Verso fine concerto, quando l’ago della bilancia pende inesorabilmente verso il disappunto, gli Hard-Ons eseguono i pezzi che volevo sentire davvero come “Where Did She Come From?” e “Girl in the sweater”, equilibrando alla grande le metallate che ho faticato a digerire.

Finito il concerto tutto sommato soddisfatto, saluto rapidamente qualche amico e scappo di corsa a casa, visto il volo che mi attende da lì a poco. Con infinito disappunto sono costretto a  saltare il rito del banchetto che si prospettava davvero interessante, spero ci sarà presto occassione per rifarsi.

PS: piccolo OFF-TOPIC, voglio esprimere la mia massima solidarietà al LO-FI, ad Hard-Staff e Vampata per quanto è successo al concerto dei MAD SIN.

Non esistono scuse e motivazioni valide per un gesto così ridicolo e irrispettoso verso i fan e gli organizzatori da parte di un gruppo che dovrebbe essere formato da professionisti.

Scendete dal piedistallo, per favore, manco foste i Beatles!

Dee Dee Ramone – 2000 – Greatest & Latest

Ok. Come si può iniziare una recensione con l’obiettivo dell’imparzialità quando in realtà si parlerà del proprio musicista preferito in assoluto?

A dire il vero, i greatest hits, li ho sempre considerati un po’ inutili; possono servire come mezzo per farsi una conoscenza-lampo di una band ma per il resto sono commercialate per spillare soldini.
Ma alla fine stiamo parlando di Sua Maestà, quindi l’obiettività e i preconcetti possono andare a farsi fottere tranquillamente: Dee Dee è sempre Dee Dee, tutto il resto non conta, quindi carico  il disco sul carello virtuale e acquisto.
Attendo con ansia l’arrivo del pacchettino da Amazon (prezzo ridicolo!) e inizia la fase maniacale pre-ascolto: SFOGLIARE IL LIBRETTO! In realtà c’è poco da sfogliare: ci sono solo tre pagine!
Ok, la Eagle Records si definisce una label indipendente (WTF!), ma CAZZO! Si tratta di una raccolta, volete spendere qualche soldino in più, mettere qualche foto in più e far scrivere una dedica, un pensiero, due cazzate a Dee Dee per tutti i fan? Sfogo a parte, interessante è senza dubbio la line-up: Dee Dee oltre che alla voce, si dedica alla chitarra; la moglie Barbara Zampini (se sei sposata con un Ramone non vuol dire che puoi chiamarti anche tu Ramone!) al basso e alla voce ( non mi fa impazzire ); Chris Spedding alla chitarra, produttore e co-autore del mixaggio con Josh Achziger; chiude la formazione Chase Manhattan alla batteria.
Sul disco c’è poco da dire: ci sono praticamente i pezzi più popolari dei Ramones, 3 cover, la re-incisione di Fix Yourself Up (già presente in Zonked!)  più un solo inedito, Sidewalk Surfin’ che nella versione del disco che ho acquistato è presente anche in strumentale.
Trovo strepitosa Motorbiking, canzone che portò al “successo” anni prima lo stesso Spedding: mettetevi il chiodo, occhialazzi da sole super tamarri, salite su un Harley Davidson e partite a razzo lungo la polverosa Route 66 (in realtà sei sulla Paullese, scemo.): Dee Dee vi farà compagnia alla grande!
E’ un disco che ascolto sempre con piacere: non aggiunge, certo, niente di nuovo alla strepitosa carriera di quel genio di Douglas Colvin, ma se anche voi avete un brivido solo a sentirgli dire one-two-three-four, sentrirete l’obbligo morale di acquistarlo e porlo magari di lato ai dischi solisti del fratellino Joey (spero di acquistare ...Ya Know quanto prima).

Consigliato ai feticisti.

TRACKLIST

01 – Blitzkrieg Bop
02 – Time Bomb
03 – Sheena Is a Punk Rocker
04 – Motorbikin` (Chris Spedding)
05 – I Wanna Be Sedated
06 – Cretin Hop
07 – Teenage Lobotomy
08 – Gimme Gimme Shock Treatment
09 – Shakin’ All Over (Johnny Kidd)
10 – Come On Now
11 – Cathy’s Clown (Everly Brothers)
12 – Pinhead
13 – Rockaway Beach
14 – Fix Yourself Up (Dee Dee Ramone)
15 – Sidewalk Surfin’ (Dee Dee Ramone – Barbara Ramone)
16 – Beat On the Brat
17 – Sidewalk Surfin’ (versione strumentale, bonus track in alcune importazioni straniere)

LINE-UP

Dee Dee Ramone – voce e chitarra
Barbara Ramone – voce e basso
Chase Manhattan – batteria

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