In occasione del centesimo concerto dei Tough del 21 Settembre, obbligatoriamente ci si è organizzati con una bella macchinata direzione Piacenza vista l’occasione proprio ghiotta: si festeggiano i Tough, ma suonano anche i Ponches.
Ho ascoltato qualche pezzo su youtube e letto diverse recensioni fidate con verdetto pressocchè unanime sia per lo split con Johnny Terrien and the Bad Lieutenants (ne parlerò più avanti) che per “The Long Goodbye“: ci sono quindi tutti i presupposti per fare spesa al banchetto dei Ponches.
Mettici pure che si parla un gran bene di questi ragazzi e la curiosità raggiunge livelli stellari, mea culpa non averli mai visti dal vivo prima perchè oltre a suonare veramente bene, hanno dei pezzi strepitosi e questo bel CD ne è proprio la prova!
La grafica del cd – realizzata da Tony Kelvin, bassista della band – è semplice ma ben curata nei dettagli e oltre a una simpatica personalizzazione del logo della Monster Zero versione astronauta, c’è tutto quello che ci deve essere in un libretto: testi (Dee Dee benedica ogni band che li mette!), crediti, ringraziamenti, e anche una foto del gruppo.
I 4 torinesi, sotto l’ala prottetrice di Andrea Manges (ospite in due canzoni), sparano 12 pezzi in 20 minuti davvero eccellenti: il sound della band è palesemente influenzato dai Manges, una delle mie band preferite in assoluto ma, attenzione, qui non stiamo parlando di un banale scimmiottamento; assimilata la lezione spezzina i ragazzi esprimono la propria creatività sviluppando un proprio sound con risultati davvero notevoli. Permettetemi il termine, ecco a voi il primo caso perfettamente riuscito di mangescore!
I brani, tutti decisamente veloci, si susseguono con ritornelli super-catchy e “poppettosi” e dopo 2-3 ascolti non mi è affatto venuto difficile canticchiare qualche canzone come “Easy Come Easy Go”, “Star Wars Inside Me” (la sola citazione di Star Wars mi fa perdere obiettività), “It’s all up to you” e “Korean Ship On The Horizon” che a mio avviso sono tra i pezzi migliori.
Curiosa e ben riuscita anche la cover You Ain’t Seen Nothing Yet : dimezzata la durata e forgiata su una struttura essenziale (quel balbettìo è troppo fico!) il pezzo ha assunto la caratteristiche di un vero e proprio brano punk-rock; per come la vedo io, se è necessario mettere una cover in un album, molto meglio una interpretazione come hanno fatto loro, anziché il solito brano dei Ramones che tanto sarà sempre imparagonabile con l’originale.
E chi se ne frega se la pronuncia a volte non è impeccabile, questo è un disco che bisogna a tutti i costi avere, c’è poco da aggiungere.
Accattativillo che difficilmente resterete delusi!
TRACKLIST
01 – The 13th Round
02 – Easy Come Easy Go (feat. Andrea Manges)
03 – Casablanca Cafè
04 – It’s All Up To You
05 – Ferriera Beach
06 – Korean Ships On The Horizon (feat. Andrea Manges)
07 – Star Wars Inside Me
08 – You Ain’t Seen Nothing Yet (Bachman–Turner Overdrive)
09 – The Girl On The Telephone
10 – Not Fine
11 – Sleeping
12 – The Long Goodbye
LINE-UP
Zack: voce, chitarra
Bolzo: chitarra
Tony: basso
Larry: voce, batteria