Ok, si è una nuova recensione… dopo quanto? Due anni?
Non che se ne sentisse proprio la mancanza eh, però darla vinta a Mob, che mi invita alla chiusura del blog è inconcepibile, mi tocca quindi rimettermi a scrivere due righe per una delle poche nuove band del milanese degne di nota.
I McBain sono un trio nato più o meno un anno fa che propone un punk-rock molto poppettoso, semplice e scanzonato, sulla scia della migliore tradizione americana, proprio come piace a me (cit.).
Se dovessi scomodare qualche nome pesante direi che più che i Descendents, già citati dal buon Lupo, sento tanto dei Bouncing Souls, ma i paragoni e le ispirazioni lasciano il tempo che trovano e possono essere anche pareri soggettivi, meglio concentrarsi sul disco.
Revenge, registrato al Toxic Basement Studio, è composto da 10 tracce che vedono il buon Ame – principale autore dei pezzi – alternarsi con Ale alla voce supportati anche da qualche corretto di Enri: questa varietà dà sicuramente un valore aggiunto alle canzoni, di per sé già molto gradevoli.
Si nota anche un ottimo lavoro di post-produzione, il disco suona sicuramente molto meglio delle media delle registrazioni del panorama italiano, il che può piacere o no… – su questo potremmo parlarne per ore – personalmente le (finte) registrazioni lo-fi mi hanno proprio stancato.
Detto questo, Revenge (Artwork by Spugna) è senza dubbio un album d’esordio molto interessante che porta alla ribalta i McBain, segnalo tra le mie canzoni preferite I’m Sorry Now, Fuck You All, Surfing in the City e Breaking Up Tonight.
Per chi volesse sostenere la band e acquistare il disco, contattateli su facebook o su bandcamp.
Ci vediamo fra due anni.
TRACKLIST 01 – I Wish I Was Younger 02 – I’m Sorry Now 03 – What I Need 04 – Time With You 05 – Fuck You All 06 – Surfing The City 07 – Breaking Up Tonight 08 – When I Was Old 09 – Sunglasses In The Rain 10 – Miss You
BAND Ame Bumpkin – voce, basso Ale Moes – voce, chitarra Enri Gluesniffer – batteria, cori
Analizzando l’anno appena trascorso, uno dei rimproveri che mi sono fatto e di non aver dato tanto spazio alle band un po’ più giovani e che sicuramente hanno dimostrato di avere l’attitudine giusta – o meglio quella che piace a me – per entrare nelle mie grazie. Se poi vogliamo aggiungere che una delle band in questione ha iniziato come cover band e tra i pezzi suonati ce n’erano pure un paio dei Monelli, posso solo dire che c’è un motivo in più per cui mi stanno simpatici.
Ok, il tempo per le stronzate è finito, oggi si parla di Go To The Fast Food EP d’esordio auto-pubblicato alla fine dell’anno 2013 dai Moes, quartetto punk-rock di Milano attivo solo da qualche anno, ma che sicuramente ha già le idee chiare riguardo la strada che bisogna seguire.
E la strada intrapresa è quella che piace a me: semplicità, spontaneità, e coretti fino alla nausea. Si, ok non si grida al miracolo ma l’ascolto dei pezzi fila liscio che è un piacere intervallando momenti piacevoli con un qualche passaggio a vuoto, decisamente lecito considerando che parliamo di un esordio assoluto.
Come da cliché del genere si parla anche con un pizzico di genuina ironia di ragazze, cheeseburger, hipsters (scusami Mob, ma lo dicono loro!) e pornostar: non possono che strappare un bel sorriso al sottoscritto a fine ascolto, grazie a pezzi come Wanna Be, Run Away – il mio pezzo preferito – e Sasha.
Insomma, promossi a pieni voti. Adesso la palla passa di nuovo a loro: crescere e cercare di ritagliarsi un po’ di spazio nel mondo del punk-rock/pop-punk oppure sciogliersi e poi riformarsi dopo qualche anno (come fanno il 95% delle band) per suonare orgcore, o come cazzo si chiama. Vedremo un po’.
Nel frattempo date una chance a questi ragazzi, ascoltate il disco e se proprio vi piace acquistatelo…a quanto pare qualcosa bolle in pentola: noi li aspettiamo al varco, sperando in un ulteriore passo in avanti.
Bravi, continuate così!
Looking back to the past year , one of my personal regrets is that I didn’t give much space to the younger bands that certainly proved to have the right attitude – or rather, the ones I like – to enter in my grace.
If we want to add that one of the bands in question who began as a cover band and between the songs they played, there were also a couple of I Monelli , I can only say that there is one more reason why I like them.
Ok, time for the bullshit is over, today we talk about Go To The Fast Food self-released debut EP at the end of 2013 by The Moes, a punk-rock quartet from Milan who have only active for a few years, but definitely has a clear idea about the road that must be followed .
And the road taken is the one that I like simplicity, spontaneity, and a lots of choruses. Yes, ok that’s not a miracle but listening to the songs they alternate pleasure moments with a few hiccups in their playing, definitely excusable whereas we speak of an absolute beginning for a band.
With clichés of the genre, the songs also speak with a hint of genuine irony about girls , cheeseburger, hipsters ( sorry Mob, but they say them!) and pornstars: who can not tear a beautiful smile to myself at the end of listening , thanks to songs like Wanna Be, Run Away – my favorite piece – and Sasha.
So, top marks. Now the ball passes back to them : grow up and try to carve out a little space in the world of punk-rock/pop-punk or call it quits and then reform after a few years (as do 95% of the bands ) to play orgcore, or whatever the fuck it’s called. We’ll see.
In the meantime, give these guys a chance, listen their record and if you like it, than buy it … it seems something is going on: we are lying in wait for them, hoping for a further step forward.
Well done, keep it up!
TRACKLIST:
01 – Cheeseburger
02 – Pun Pun
03 – Wanna Be
04 – High school girl
05 – Run away
06 – Mob
07 – Sasha
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