Con il post di oggi inauguriamo una nuova rubrica. Già dal nome è possibile intuire le intenzioni. Ho sempre ritenuto utile ed interessante discutere di album vecchi del passato, ripercorrere in qualche maniera le emozioni, le sensazioni e i brividi che certi dischi hanno lasciato in maniera indelebile oltre ad aver dettato le linee guida e quelle progressioni di accordi che migliaia di band in tutto il globo hanno copiato e assimilato in milioni di canzoni… Inoltre, in quanto musicista fallito a tempo perso, in questi anni ho avuto la fortuna di conoscere e fare amicizia con tante persone con la mia stessa passione.. ho pensato quindi che coinvolgendo anche altre amici, la rubrica potesse risultare più interessante.
Ho subito pensato a Massi Chromosomes come “sverginatore” di Gems From The Past. Per quale motivo? Perché è uno della vecchia scuola e certi dischi li ha vissuti sulla propria pelle, perchè i Chromosomes sono uno di quei gruppi italiani che non puoi non amare, perchè sin dalle prime parole scambiate c’è stata subito sintonia, e perchè dopo 20 anni suona ancora con la stessa passione. Non è abbastanza?
Vi lascio al racconto di Massi tutto cuore e passione…proprio quello che volevo io.
La vita a volte cambia con le piccolissime cose. Non te ne rendi conto subito, bensì col passare del tempo che qualcosa ti ha cambiato, quel qualcosa che se non ci fosse stato a quest’ora saresti stato un onesto impiegato, con una vita semplice, con quei due o tre picchi di delirio legati a vacanze standard tipo Ibiza o Sharm El Sheik, con le giornate scandite dagli orari classici e le sere all’insegna della Tv, il weekend esplodevi in aperitivi e ti sentivi vuoto se non riuscivi ad acchiappare la ragazza giusta, anzi, ti sentivi vuoto se non acchiappavi nessuna ragazza. Non te ne saresti accorto ed era già lunedì.
E invece io ho sempre avuto una passione per la musica e allora compravo dischi invece che scarpe, ascoltavo la radio invece che andare a ballare, lavoravo saltuariamente e mi rinchiudevo in cantina con quei 4 o 5 amici (drogati e gay, come venivano considerati i musicisti 30 anni fa) a strimpellare chitarracce incocciate e cantare canzoni sconosciute alla massa.
Non mi sono mai sentito migliore degli altri, però storcevo la bocca quando la gente che incontravo sembrava appoggiasse appena appena l’orecchio sulla musica che ascoltavo: è rumore, sono sudici, sono drogati, la batteria è tutta uguale, la chitarra ha un suonaccio, dicono parolacce.
Erano gli ultimi spiccioli degli anni 80, i musicisti mainstream erano belli, puliti, parlavano d’amore e io me ne stavo nel ghetto coi Ramones. Poi un mio amico mi porta un LP di un gruppo australiano appena
uscito e comprato per caso a Firenze in un noto negozio di dischi alternativo e da lì scoprii un mondo oltre. Scoprii che i Ramones non erano soli, che il punkrock non solo non era morto anni prima ma non era neanche qualcosa per nostalgici outoftime confinati in due-tre città del mondo. Scoprii gli Hard-ons.
uscito e comprato per caso a Firenze in un noto negozio di dischi alternativo e da lì scoprii un mondo oltre. Scoprii che i Ramones non erano soli, che il punkrock non solo non era morto anni prima ma non era neanche qualcosa per nostalgici outoftime confinati in due-tre città del mondo. Scoprii gli Hard-ons.
Il disco era Yummy, il loro “esordio” dichiaratamente mondiale, dopo 2 dischi più esclusivi ma bellissimi, che comunque scoprirò in seguito. Il vinile dura poco più di venti minuti, 3, forse 4 accordi, coretti, qualche parolaccia istintiva, un po’ d’amore adolescenziale e ribelle, una chitarra che galleggia tra metal e punk, una voce deliziosa e quel look meticcio che dava pure il tocco esotico e che ti faceva anche un po’ venire l’Australia dreaming.
Musicalmente è tutto. E’ tutto il punk rock che verrà composto e scritto fino ad oggi. Soffermarsi ed analizzarlo tecnicamente e artisticamente non serve molto, Where did she come from è il riassunto di come deve essere una canzone punk rock, con un tot di pop, con un testo semplice, con i coretti giusti, con il tempo di batteria perfetto, gli accordi La-Re, l’assolino… Sembrerebbe così facile. La lezione dei Ramones qualcuno la doveva raccogliere e loro l’hanno raccolta costruendo un disco che è stato, è e resterà un punto fermo della rinascita del punk rock ma anche della mia vita, quel cartello stradale che ti indica la strada giusta e che poi ti farà scoprire altri mondi, altri gruppi musicali, altri amici. Potrei citare Raining oppure On and on, potrei dire che Me or You è una canzonetta da poco ma te prova a toglierla dalla tua playlist e vedrai come ne sentiresti la
mancanza.
mancanza.
Quell’arpeggio buffo messo lì chissà perché e che risponde al titolo di Jaye’s song l’avrò suonato mille volte, mi ci esercito tutt’ora. Something I dont want to do dura 24 secondi e non sarebbe dovuta durare neanche un secondo di più, Feast on flesh è una falsa cattiva che non farebbe male a una mosca. Ebbene sì, Yummy mi ha cambiato la vita, era il 1990. O giù di lì.
Massi Chromosomes
TRACKLIST
A1 – Where Did She Come From?
A2 – Raining
A3 – Dull
A4 – Cool Hand Luke
A5 – Something I Don’t Want To Do
A6 – Sit Beside You
A7 – Jaye’s Song
A8 – On And On
B1 – Ain’t Gonna Let You Go
B2 – Me Or You
B3 – Spew
B4 – Fade Away
B5 – Little Miss Evil
B6 – Wait Around
B7 – Feast On Flesh
B8 – Stairway To Heaven
BAND
Ray – Bass
Keish – Voice, Drums
Blackie – Guitar