The Creeps – 2013 – Our Time

Per il lavoro che faccio ho la fortuna (o meglio sfortuna, dipende dal punto di vista) di passare molto tempo di fronte al PC e di poter ascoltare tanta musica; i miei ascolti giornalieri sono fatti di Ramones, poi Screeching Weasel, poi Ramones, poi Riverdales e poi Ramones, Ramones e Ramones. Ogni tanto però mi capita di infilare nel mezzo qualcosa di nuovo e di diverso che qualche volta riesce anche a colpirmi. E’ il caso dei Creeps, terzetto canadese attivo ormai da 14 anni che, mea culpa, conosco solo da pochi anni, dopo  aver ascoltato per la prima volta quel fantastico Follow You Home, che considero, ancora oggi, uno dei migliori EP degli ultimi 5-6 anni.

Tramite bandcamp,  il combo canadese ha in pratica regalato ai fan (free download/ libera donazione) questo nuovo EP, Our Time, secondo episodio di una presunta trilogia iniziata con These Walls.
Devo dire che questa scelta mi ha un po’ spiazzato (care labels! ma che cazzo fate, vi lasciate scappare una produzione del genere?):  avrei voluto davvero avere una copia fisica di questo EP, ma le lamentele non servono a nulla, accettiamo quindi il regalo e speriamo che un giorno qualcuno apra gli occhi e si decida a stamparlo.
La band si è ormai scollata di dosso l’etichetta di band ramonescore degli esordi virando verso sonorità molto personali, senza dubbio più cupe e oscure rispetto ai primi lavori: queste 5 canzoni non fanno altro che confermare il nuovo corso dei Creeps ( l’accordo “anti-banalità” c’è sempre in ogni canzone, rispetto!) oltre ad essere perfette come sottofondo musicale durante una lettura di Stephen King.
I pezzi che mi sono piaciuti di più sono Move (quel semplice ritornello Moo-oooo-oove, Moo-oooo-oove mi è entrato in testa in un secondo), Over and Out, e Stagger Through The City.
Particolare non di poco conto, è infine la produzione totalmente DIY fatta eccezione per il master realizzato da Dave Williams al Rock Among Us: doppio chapeau quindi per i Creeps, tanta qualità e attitudine non si trovano facilmente in giro di questi tempi.
Aspetto con ansia un nuovo full length (e magari qualche data da queste parti), nel frattempo continuerò a lobotomizzarmi con questo EP, consiglio di farlo anche voi e visto che ci siete donate qualche soldo alla band, ampiamente meritati.

 

Band
Skottie – Vocals & Guitar
Ian – Bass & Vocals
Jordy – Drums & Vocals

Tracklist
01 – Grand Ideas
02 – Move
03 – Over And Out
04 – Stagger Through The City
05 – Our Time

Killtime – 2013 – In 3D!

Nuova uscita discografica per i Killtime. Come succosa anteprima del nuovo disco Planet of The Apers prossimo all’uscita, i romanacci sfornano un nerdissimo 7” dall’artwork in 3D, opera del nostro amico Riccardo Bucchioni, in edizione stra-limitata, solo 200 copie numerate a mano con tanto di occhialini per il 3D inclusi nel package.
Registrato al Panic! Studio di Roma, coprodotto dall’italiana Bad Bad Brain e l’americana Sexy Baby Records, In 3D! è composto da 3 pezzi, uno solo nel lato B. Che i Killtime amino i Queers e gli Screeching Weasel (come biasimarli?) non è affatto un mistero, Planet Of The Apers (estratto dal futuro album) e Radical Change (inedito) non fanno altro che confermarlo. Ho notato però un approccio sensibilmente più pop/melodico rispetto ai precedenti lavori e la scelta di coverizzare That Thing You Do, tratta dalla colonna sonora di Music Graffiti, non è affatto casuale. Avrò sentito 20 milioni di volte la versione dei Travoltas – la mia preferita – e interpretarla in maniera altrettanto bella era una prova rischiosa ma che hanno superato alla grande. Bravi.
Adesso sotto con il full length!

 

Tracklist
A1 – Planet Of The Apers
A2 – That Thing You Do (The Wonders cover)
B1 – Radical Change

Band
Stevo: guitar, lead vocals
Tommy: bass, backing vocals
Marco: drums, backing vocals

Broadway Calls – 2013 – Comfort/Distraction

Conobbi questo gruppo per caso nel gennaio del 2009: gli Alkaline Trio suonavano allo storico Rolling Stone di Milano e in apertura c’era un gruppo, a me totalmente sconosciuto, che mi sorprese parecchio per la verve mostrata sul palco e per quella “appiccicosa poppettosità” del loro sound. Appuntai il nome Broadway Calls, con la promessa di approfondirne al più presto la conoscenza. Inutile dire che mi dimenticai di farlo.
Dopo qualche mese il terzetto dell’Oregon pubblicò Good Views, Bad News, crebbe la popolarità e questo nome riaffiorò nella mia mente: ascoltai il disco e rimasi a dir poco fulminato, posizionandoli in cima alla mia personalissima classifica delle band più interessanti degli ultimi anni.
A distanza di qualche anno, con un cambio al basso ( Adam Willis per Matt Koenig), un EP Toxic Kids, e uno split con i Mixtapes, la band dell’ Oregon torna finalmente con il nuovo full-length, Comfort/Distraction, pubblicato dalla No Sleep Records.
Come direbbe il buon Vujadin Boškov “Squadra che vince, non si cambia”: i  ragazzi registrano nuovamente al Blasting Room di Fort Collins, Colorado affidandosi ancora al preziosissimo duo Bill Stevenson/Jason Livermore. Il risultato è quindi un disco che viaggia sulla scia del precedente lavoro: parliamo sempre di Pop-Punk (più Pop che Punk a dire il vero) ma con un sound potente, super melodioso/orecchiabile e curato in ogni particolare, bpm per bpm, forse un po’ troppo.
In parole povere è una perfetta colonna sonora per il periodo della gioventù American Pie/Pippe. In quanto eterno nostalgico ( o eterno segaiolo, fate voi ), mi va decisamente bene.
L’album dura una mezz’oretta e scorre liscio con piacere: l’inizio è davvero fico con Bring On The Storm e Open Letter che rientrano tra le tracce che ho gradito maggiormente. Il pezzo che mi è piaciuto di più è la semi-ballad I’ll be There ma devo dire che anche Stealing Sailboats ( già presente in versione acustica/pianoforte in Toxic Kids) fa la sua bella figura.
E’ un disco che sto ascoltando in continuazione e credo che continuerò a farlo per un bel po’ di tempo: non fa altro che confermare quanto di buono i Broadway Calls abbiano fatto in precedenza e, viste le potenzialità, prevedo un futuro roseo: speriamo solo che continuino così.
Ah, quasi dimenticavo. Unica nota dolente è la copertina e il booklet che vincono, con largo anticipo, il premio “Artwork Orrendo del 2013“.
Stasera saranno al Live Forum di Assago. Io ci vado e tu?

Tracklist:

01 – Bring On The Storm
02 – Open Letter
03 – Minus One
04 – Lucky Lighter
05 – Surrounded By Ghost
06 – Zombie World
07 – Wildly Swinging
08 – I’ll Be There
09 – Stealing Sailboats
10 – Life Is Rhythm
11 – Full Of Hope

Band:

Adam Willis: bass, vocals
Josh Baird: drum
Ty Vaughn: vocals, guitar

Ratbones – 2013 – Ratbones

Decidendo di ascoltare il divino e intelligentissimo suggerimento sceso dal cielo, l’oggetto della mia prossima recensione sarà il primo disco del 2013 degno di interesse che mi trovo tra le mani, ossia l’esordio dei genovesi Ratbones.
Sinceramente non conoscevo la band se non per sentito dire, ma dopo aver avuto il piacere di dividerci il palco, apprezzarne la performance e fare amicizia ho deciso che acquistare il loro disco fosse un atto dovuto.
Per molti come me, può risultare un nome nuovo, ma non sono affatto una band di novellini ( Gli IgnorantiLe Formiche Atomiche vi dicono qualcosa? ) ed è sufficiente ascoltare il disco per capirlo.
Le registrazioni sono state effettuate presso il Loud Music Studio di Genova, mastering e produzione invece sono stati realizzati al Sonic Iguana per mano del guru Mass Giorgini: un nome, una garanzia. Artwork e grafica sono opera di S. Brittin passato autore di diverse copertine per Groovie Ghoulies e altre bands.  A curare la stampa invece è l’italianissima Making Believe, da sempre attenta alle produzioni locali. I testi sono opera di Captain Amazing ad eccezione di I’m Going Down dove Sex Dario partecipare alla stesura del testo.
La band iniziò come tribute-band dei Ramones, e in questo disco le influenze dei fratellini new-yorkesi sono abbastanza evidenti: Down with Homework ricorda Now I Wanna Sniff Some Glue, Rock & Beat Her invece Kill That Girl, Prostitutes ha l’intro di Teenage Lobotomy e così via. Ovviamente non stiamo parlando di pezzi copie-carbone, ma di un bellissimo tributo a quella successione di accordi che ha reso i Ramones il miglior gruppo di tutti i tempi. E io posso solo apprezzare.
I pezzi sono molto orecchiabili, semplici e diretti; pur mantenendo sempre un tiro abbastanza alto vedi Sk8boarding To Hell e Covert Operations (tra i miei pezzi preferiti)i genovesi inseriscono anche una gran bella ballad, Incompatible. Da segnalare anche la traccia d’apertura, Sociopathic, che vede la partecipazione di Mass Giorgini ai cori e alla seconda chitarra.
Se fate parte del gruppo di filosofi che si ostina a cercare l’originalità nel punk-rock state alla larga dai Ratbones e da questo disco, se invece siete alla ricerca di un buon disco, ramonescore al 100%, vi consiglio di dare un chance ai ragazzi, non resterete delusi.

TRACKLIST:
01 – Sociopath ( feat. Mass Giorgini )
02 – Sk8boarding To Hell
03 – Star Shield
04 – I’m Going Down
05 – Covert Operations
06 – Rock & Beat Her
07 – Prostitute
08 – Mental Rehab
09 – Incompatible
10 – Down With Homework
11 – Put My Helmet On
12 – I Don’t Want It
13 – The Iron Pilot

BAND:
Capt. Amazing – Guitar, Backing Vocals
Sex Dario – Vocals
Jay – Bass, Backing Vocals
Pablo Raton – Drums


LABEL: Making Believe

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