Motörhead + Pino Scotto – 24.06.2014 – Live @ Ippodromo City Sound (MI)

Lemmy & Pino Scotto, foto rubata dal facebook di Pino

Un live report su I Buy Records solo due giorni dopo il concerto? Stiamo scherzando? cosa succede!!?!?!

No, non è uno scherzo… è solo un voler buttar giù due righe il più presto possibile dopo l’evento che aspettavo da tanti anni… non che i Motörhead non siano mai passati da queste parti ma solo il pensiero di dover andare a un Gods of Metal o qualsiasi altro festival del genere mi ha sempre fatto venire la pelle d’oca, sarebbe stata una sofferenza atroce per me.

Non amo affatto il metal, e permettetemi di dire che i Motörhead, per me, non fanno metal: i Motörhead sono i Motörhead e fanno musica alla Motörhead , sono unici. E poi R.A.M.O.N.E.S. non è una motivazione sufficiente per amarli? Per me si.

Foto rubata da OnStageWeb - All Rights Reserved
Foto rubata da OnStageWebAll Rights Reserved

Dopo le doverose premesse, parliamo un po’ di questo concerto. Il super-pacco mollato da Lemmy lo scorso anno e le sue condizioni di salute sempre più precarie, mi spingono ad aspettare l’ultimo giorno utile per comprare il biglietto così, dopo aver gustato la clamorosa debacle degli Azzurri ai Mondiali di Calcio, sotto un violento acquazzone ci dirigiamo verso l’Ippodromo di Milano.

Si arriva lì che ormai non piove più e Pino Scotto ha già iniziato a suonare. Non sono un suo fan e non morivo dalla voglia di vederlo, ma lo trovo simpatico e le sue clamorose incazzature in TV mi hanno fatto sempre ridere, decido quindi che tra una birretta e l’altra posso pure ascoltarlo. Non conosco il suo percorso musicale, ma mi sembra di capire che nell’ambiente metal è abbastanza rispettato. Show onesto, supportato da ottimi musicisti (batterista micidiale!) riconosco solo la cover di Stone Dead Forever per omaggiare il re del roooock“. Ah, degno di nota l’ennesimo attacco a X-Factor e Amici (“Li farei arrestare per spaccio di demenza!”). Datevi Fuoco!
Dopo un breve check-sound, è il turno dei Motörhead. Puntuali alle 22:00 salgono sul palco, Mikkey Dee, Phil Campbell e quindi Lemmy rigorosamente vestito in nero: “We Are Motörhead And We Play Rock and Roll”!

Si parte subito con Damage Case e Stay Clean. Si nota subito che le canzoni vengono eseguite con qualche bpm in meno, purtroppo Lemmy non è proprio in forma e la voce a volte arranca… è ovvio che i recenti problemi di diabete hanno lasciato il segno, ma chi sarebbe stato in grado di stare su un palco al posto suo?

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Io dico nessuno e bisogna solo apprezzare uno sforzo encomiabile e direi senza precedenti da un vero mito del rock n roll.
Io godo e prima di Over The Top mi avvicino decisamente verso le prime file ma compio il grave errore di piazzarmi dietro un metallaro capellone che fa headbanging ed air-guitar a petto nudo, risultato finale? Mi sono ritrovato i suoi capelli sudatissimi appiccicati alla mia barba per almeno metà concerto. Vabbè colpa mia che non mi sono spostato.

Motörhead Setlist City Sound Hippodrome, Milan, Italy 2014, Aftershock Tour

Come già detto Lemmy non è in formissima, ma fin quando sei supportato da due mostri come Mikkey Dee e Phil Campbell ti puoi permettere di fare ordinaria amministrazione. Epico l’assolo infinito dopo Over The Top ( quanto era tamarra la chitarra signature Motörhead con le luci verdi? voto 10) e i 3-4 minuti di solo di batteria di Mikkey su Doctor Rock ( pelle d’oca per quanto mi piace sta canzone!).

 

Si susseguono i pezzi uno dietro l’altro, con brevi pause per far rifiatare un po’ il nostro amato Lemmy, si chiude infine con un trittico da paura: Killed by Death, Ace of Spades e Overkill (ripresa ben 3 volte). Terminato il concerto, tirando le somme posso solo dire di essere rimasto soddisfatto: certo, la scaletta è stata un po’ striminzita e sono mancate tante chicche, ma sappiamo benissimo in che condizioni si trova Zio Lemmy, ci resta solo da ringraziare e goderci quanto riesce ancora ad offrire.
Lunga vita a Lemmy!

Hex Ray Gun – 2014 – Hex Ray Gun

Disco d’esordio per gli Hex Ray Gun, band di Napoli attiva da un annetto nata dalle ceneri di diverse band della scena punk/hc campana come Andy Fag And The Real Men, Radsters e Ultimogiro. I ragazzi ci propongono un EP diretto e senza fronzoli, dove la velocità rappresenta sicuramente il carattere distintivo della band.
In certi passaggi mi ricordano tantissimo i Sugus, in altri i Creeps altre volte un po’ i Misfits, quello che è certo è che comunque questi ragazzi sono cresciuti a pane e Ramones,  il che di sicuro è un punto a loro favore.
Legare il punk-rock con il tempo tipico dell’hardcore non è un compito semplice – il rischio di cadere nella banalità è davvero alto – ma sappiamo tutti che i napoletani sono abili a destreggiarsi anche nelle situazioni più difficili e queste 4 schegge impazzite (Obey è il mio pezzo preferito) ne sono la prova.
Sicuramente un full length è il giusto banco di prova per gli Hex Ray Gun, nel frattempo li promuoviamo a pieni voti, dategli un ascolto perchè se lo meritano. Bravi.
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TRACKLIST
01 – Bravo
02 – Obey
03 – Evil Blood
04 – Planet Invasion

BAND
Winchester Ray Gun – bass, vocals
Double P Ray Gun – drums
Macho Ray Gun  – guitar, vocals
Eugenio Maria Pacelli – guitar, vocals

The Colvins – 2014 – My Future Will Be Bad

I Colvins, sono un giovane quartetto punk-rock proveniente dalla Sardegna che mi ha contattato mille mesi fa per una recensione; non so per quale particolare motivo ma prima di ascoltare il disco mi stavano già simpatici. Sarà perchè sono nato e cresciuto in posto isolato tanto quanto Monastir e so cosa vuol dire mettersi in gioco, iniziare a suonare un genere “ostico” per le masse e predicare nel deserto. Perchè mi parlò molto bene di loro Diego Bom Prò. O magari perchè sono sotto l’ala protettrice dei Lazy Bones, uno dei migliori gruppi italiani del periodo d’oro degli anni ’90. Forse per questo, non lo so.
Dal nome della band mi sarei aspettato che My Future Will Be Bad fosse un disco ramonescore 100% invece, pur mantenendo un legame evidente verso i Fast-Four che si palesa canzone dopo canzone, i ragazzi tendono a strizzare l’occhio più verso i suoni moderni della scuola americana con accordi stoppati, chitarre incastrate con cura e voce super-grintosa. Per darvi un’idea – con le dovute proporzioni – in alcuni passaggi mi ricordano i Retarded di Goes Louder (I’m A Zombie, Very Cool per esempio).
Nonostante qualche passaggio a vuoto, comprensibile in un disco d’esordio, non mancano gli spunti d’interesse che fanno sperare a un futuro roseo per il quartetto sardo, vedi Rock’n’ Girlfriend con gli accordi tipici del miglior power-pop, Dogs and Pigs, l’omaggio a Sua Maestà con Johnny’s Not Dead e l’aggressiva I Don’t Like sono i pezzi che mi hanno convinto già al primo ascolto.
Tirando le somme, I Buy Records promuove i Colvins, dategli una chance.



TRACKLIST

01 – Intro
02 – I’m a Zombie
03 – Dogs and Pigs
04 – Very Cool
05 – Johnny’s Not Dead
06 – I’m Gonna Crazy
07 – Don’t Stop My Animal
08 – The World Is Over Here
09 – Makes Me Mad
10 – Rock’n’Girlfriend
11 – I Don’t Like
12 – Welcome Into My Game
13 – Memories

BAND
Roberto Pinna – Lead Vocals, Guitar
Andrea Ortu – Guitar Vocals
Alessandro Zanda – Bass
Alessio Schirru – Drums

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