The Manges/The Apers – 2012 – The Manges Play the Apers, The Apers Play The Manges

Per promuovere il recente tour che ha visto The Apers e The Manges “conquistare” il Giappone, il meglio del meglio del punk-rock europeo, consolida l’unione con uno split in edizione limitata curato dalla label nipponica DUMB Records, organizzatrice anche del tour.

Sfruttando quindi i saldi natalizi (scemo chi non l’ha fatto!) della Monster Zero, parte quindi un super-ordine comprendente questo bel 7”, vera e propria chicca per collezionisti.

La grafica è stata curata da Mass Mosrite, bassista dei Manges; mentre il mostriciattolo in copertina è l’ennesima figata di Riccardo Bucchioni

L’idea alla base dello split, (intuibile dal titolo) è abbastanza semplice:  le band si tributano reciprocamente completando poi il proprio lato con una cover dei Ramones.

La scelta dei The Apers cade quindi su Another Day, pezzo estratto da Go Down e Tomorrow She Goes Away da Mondo Bizzarro.

Invece i The Manges optano per It’s All Over You Know di Reanimate My Heart, e Go Mental tratto da Road To Ruin.

C’è poco da dire, è un dischetto ben riuscito ed entrambe le band svolgono il proprio lavoro in maniera senza dubbio egregia: si può discutere al massimo sulla scelta dei pezzi.  Sotto questo punto di vista forse pendo un po’ di più per il lato dei The Apers partendo dal presupposto che ho apprezzato tantissimo le scelte di entrambe le band, decisamente di classe e nient’affatto banali.

Il disco è andato in pochissimo tempo in SOLD-OUT, quindi se non l’avete preso oramai siete praticamente fottuti. Tuttavia, per i peccatori, esiste ancora una piccola possibilità: è apparso uno speranzoso COMING SOON nello Striped Punk Rock Shop dei Manges, tenete quindi gli occhi aperti perchè con uno po’ di fortuna potrete beccare qualche copia avanzata dal tour asiatico o più probabilmente una nuova stampa versione europea.

TRACKLIST:

THE APERS Side

1. Another Day (The Manges)

2. Tomorrow She Goes Away (The Ramones)

THE MANGES Side

1. It’s All Over You Know (The Apers)

2. Go Mental (The Ramones)

BANDS:

THE APERS:

Kevin Aper – Vocals, Bass

Ivo Backbreaker – Drums

Max Power – Guitar

Mikey Bat Bite – Guitar

THE MANGES:

Mass: bass

Manuel: drums

Mayo: guitar

Andrea: guitar, vocals

Teenage Bubblegums + Teenage Gluesniffers + Topper Harleys – 09.11.2012 – Live @ Arci Lo-Fi (MI)

Domenica sera. Freddo bestiale e tanta noia. Cosa c’è di meglio di un bel concerto dopo una abbuffata colossale alla fiera dell’artigianato?

Come nei migliori dei sogni, l’inizio del concerto è previsto tassativamente per le 21 in punto, solo che oltre a dimenticare la macchina fotografica (quindi niente foto della serata) arrivo clamorosamente in ritardo perdendomi il primo gruppo, i Topper Harleys.

Onestamente non li ho mai visti dal vivo e mi sarebbe piaciuto arrivare in tempo; SNAFU parla anche di un bel disco d’esordio, facendo aumentare quindi il mio rammarico.

Chiedo quindi a uno dei presenti di farmi un resoconto di quanto mi sono perso e mi scrive:

Posso dirti che avevano dei suoni ottimi e che hanno fatto una buona prestazione. Canzoni cantate un po’ da Manuel (voce monocorde, ma molto adatta al punkrock) e un po’ da Andre (voce a tratti troppo “epica”, ma non dissimile da quella di Luca Crummy Stuff). Ho riconosciuto una cover dei Chixdiggit, ma forse ne hanno fatte altre

Mi fido ciecamente, mi rode il culo ancora di più.

Arrivo giusto in tempo per l’inizio dei Teenage Gluesniffers.

A differenza degli altri concerti al LO-FI, questa volta si suona nella saletta d’ingresso/bar.

Ed è la seconda scelta azzeccatissima da parte del buon Giacomo Sensible! Il pubblico non è numeroso, ma si riesce comunque a creare una buona atmosfera per i soliti pochi intimi, nonostante la funerea presenza di qualche becchino vagante per il locale.

Contro ogni aspettativa, anche l’acustica è incredibilmente buona, ci sono quindi tutti i presupposti per divertirsi, faccio in tempo a scegliere il mio angolino che i ragazzi aprono le danze.

I Teenage Gluesniffers, mi sono piaciuti di più rispetto le ultime volte. Senza fronzoli e senza perdite di tempo, hanno fatto il loro onesto show di una mezz’oretta circa, suonando quasi tutti i pezzi del mini-album uscito recentemente Chinese Demography (consiglio di ascoltarlo e di comprare la cassettina totalmente DIY, viva gli anni ’90!), più altri della restante discografia.

Cambio veloce di palco, giusto il tempo di una rapida birretta, ed è il turno dei Teenage Bubblegums.

Terza tappa di un mini-tour che si concluderà la prossima settimana al Monster Zero Mash, i 3 giovani forlivesi hanno fatto uno show praticamente senza pause, diviso in 3 grandi “blocchi”.

Hanno spaziato su tutta la discografia e in particolare sul nuovo album, a memoria ricordo 3 A.M, Cotton Candy, Night At The Movies, Come Back Home, che tra l’altro sono le mie preferite. Il soldato Ame Bumpkin mi fa notare anche una cover dei Beatles, ma onestamente non l’avevo riconosciuta.

Creando uno storico e piacevole precedente alle 23:10, il concerto è già terminato.

Bella prova anche per loro, non li vedevo da quando furono in tour la scorsa primavera con i 20 Belows: li ho trovati decisamente migliorati e in ottima forma.

Altra birretta, si scambia ancora qualche chiacchiera con i pochi presenti rimasti e dopo aver acquistato il disco dei TB (presto ne parleremo!) felice e contento rientro a casa.

Bravi tutti e viva i concerti che iniziano alle 21!

The Peawees – 2011 – Leave It Behind

Dopo oltre un’anno dalla pubblicazione, finalmente ho l’occasione di parlare di questo disco che comprai praticamente al release party ma che per svariati motivi, non sono mai riuscito ad ascoltare, se non distrattamente in streaming.

Mi capitò di vederli dal vivo aprendo un memorabile concerto dei Bad Religion mostrando i primi segnali di cambiamento, ulteriori indizi erano presenti nella compilation 50 della Stardumb Records ,divenuti, infine, prove schiaccianti con Leave It Behind.

La grafica del disco è ben curata, in copertina ritroviamo un’opera, To Beauty del dadaista Otto Dix c’è anche il foglietto con i testi (a dire il vero non ce ne sarebbe nemmeno bisogno perchè la pronuncia di Hervé è davvero chiara) rendendo il vinilozzo davvero appetibile anche graficamente.

Premetto che le prime sensazioni furono tutt’altro che piacevoli: quel che ho sempre apprezzato degli spezzini è sempre stato il loro lato più “selvaggio e zozzo” presente in Dead End City o Walking The Walk e abituarsi a questa nuovo sound non è stato affatto semplice.

Di questo disco, se ne è parlato molto: E’ un gran disco – Non mi piace – Si sono evoluti – Non sono più quelli di una volta  ecc. Avrò letto mille recensioni e sentito altrettanti pareri, tutti discordanti.

Ma quindi com’ è per me questo disco?

E’ un po’ come quando da ragazzino prendevo le prime sbronze con il whisky più schifoso del supermercato e poi a mano a mano che sono cresciuto e ho iniziato ad avere qualche soldo in tasca ho preferito sorseggiare un bel Jameson.

Per dirla alla Paolo Ziliani, raffinato.

Al primo ascolto mi chiesi, come credo un pò tutti, dove fossero finite le chitarre distorte, marchio di fabbrica della band. Beh, quel sound è ormai archiviato,  ripulite le chitarre la virata è verso un sound rock and roll con forti influenze r&b/soul arricchito da cori femminili e fiati: il filo conduttore che lega il passato al presente dei Peawees resta la splendida voce di Hervè, calda e intensa come non mai.

E’ un disco senza dubbio di cambiamento e contemporaneamente può essere visto come una sorta di tributo verso mostri sacri come Elvis, Otis Redding, Jerry Lee Lewis, Buddy Holly ecc ecc.

Il livello compositivo è davvero elevato e pezzi come Memories are gone,  Good Boy Mama, Leave It Behind, ne sono la più evidente dimostrazione.

Chiude il disco la ballad Count me out, autentica chicca del disco e senza dubbio la mia preferita.

In conclusione, consiglio Leave It Behind ai punk-rockers mentalmente elastici, tutti gli altri statene alla larga, correreste il rischio di non capire un grande album.

 

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